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Le ricette di Margherita


Una volta, poco tempo fa … Il “sapere”, quello che serve più di ogni altro, veniva tramandato naturalmente nelle famiglie: fare il pane, il vino, la birra, i formaggi, le conserve …. Cucinare … curarsi … cucire … coltivare l’orto, potare, innestare …. allevare animali da cortile e api … andare a cavallo, ferrarlo … ballare il valzer. Ogni paese e ogni famiglia custodiva un sapere globale e al tempo stesso una speciale ed unica ricetta per ogni cosa.

Mia nonna aveva un quadernino dalla copertina nera e lì trascriveva le “sue magie”. Mio padre dice che farà parte della nostra eredità .... per ora non lo presta neanche dietro lauta ricompensa.

Oggi, globalizzazione e specializzazione, hanno reso il “sapere”, quello pratico, un bene irraggiungibile e forse inutile. Tutto il mondo è a portata di 'clic' e di supermercato. Io credo nel valore del saper fare, del sapere pratico, quello più autentico, quello che ci lega alla natura, al nostro corpo, ai piccoli piaceri del fare con le nostre mani per realizzare qualcosa di infinito ….

Nel viaggio alla ri-conquista di questa conoscenza, la mia guida è Margherita. Spiega, racconta, interpreta a meraviglia il suo, il mio ed il tempo dei nipoti. Mi lascio conquistare, poco alla volta, dalle storie di vita vissuta e “letteralmente bevo” dalla sue parole cercando di scolpire nella memoria quanto più posso.

Margherita c’era ….

Quando le fragole si mangiavano a maggio, le verze col freddo di dicembre, i cavoli a gennaio e i broccoletti venivano raccolti tra i filari a febbraio. Luglio era stagione di pesche e pomodori (… e di conserve!). Le melanzane anche a settembre, carciofi a marzo e aprile, finocchi a novembre.

Quando ogni cosa arrivava dall’orto alla tavola, il latte dalla mucca, le uova dal pollaio. La pasta e il pane sapevano di amore a mattarello.

Quando la parola “bio” era ancora da inventare e “kilometro zero” non aveva alcun significato perché il cibo era senza ruote.

In cucina non c’erano le cuoche ma le donne. Donne che si svegliavano all’alba e cominciavano una routine di fatica e di lotta per strappare alla terra il nutrimento per le loro famiglie e sapevano sempre e comunque come sopravvivere al maltempo e alla malattia.

Tra queste donne c’era anche Margherita. Ieri mi ha detto: “io della mia vita non cambierei nulla, ho avuto tutto ciò che volevo”. Per questo non voglio perdere le sue ricette e i suoi consigli. Se per esistere devono dimorare nella rete ben venga e mi auguro che per tutti Margherita sia una valida consigliera.

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